
L’OMS non ha dubbi: l’esercizio fisico è come un farmaco per alcune patologie
L’esercizio fisico diventa un farmaco: l’Oms non ha dubbi sulla sua efficacia, ecco le patologie in cui funziona
L’esercizio fisico può essere un farmaco? Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non ci sono dubbi: “La mancanza di esercizio fisico è da annoverare fra una delle cause principali di mortalità ed è collegata a una maggior probabilità di patologie cardiovascolari, diabete, tumori.
In più, svolge una funzione di prevenzione e cura nei confronti di diverse altre malattie”. Ci sono i recenti risultati di una ricerca dell’università di Sydney per appurare la quota di esercizio fisico necessaria per abbattere il rischio di mortalità collegato a malattie cardiovascolari, respiratorie, diabete e tumori, ha seguito per nove anni 149mila uomini e donne australiani (di 45 anni e oltre).
È stato diviso il campione in 4 gruppi, partendo dall’attività svolta in una settimana: “inattivo” (nessuna attività fisica); “insufficientemente attivo” (fino a 149 minuti); “sufficientemente attivo” (da 150 a 419) e “altamente attivo” (oltre 420).
I risultati sono stati pubblicati nel Journal of American College of Cardiology: sedersi per più di 6 ore al giorno è stato associato a un aumentato rischio di morte. Tuttavia, questo effetto è stato riscontrato tra le persone che non avevano raggiunto i 150-300 minuti di attività fisica da moderata a vigorosa a settimana, equivalenti a circa 20-40 minuti al giorno in media.
Le considerazioni? Rispettare solo il limite più basso ha eliminato l’associazione con il rischio di mortalità per tutte le cause legate allo stare seduti. Ridurre solo il numero di ore seduti non è però sufficiente ad abbassare tale rischio, se non ci si impegna anche in maggiore attività fisica, che svolge anche un’importante azione protettiva nei confronti di altre patologie.
Dal 2007, l’American College of Sports Medecine è attiva con il suo programma Exercise is Medicine, con il quale incoraggia i medici a inserire lo sport come terapia da proporre ai loro pazienti.
L’esercizio fisico si è dimostrato efficace nelle seguenti patologie:
Depressione. In tutti gli stati depressivi lo sport interviene rilasciando nello sforzo fisico quelli che sono definiti gli “ormoni della felicità”, endorfine e l’acetilcolina. Nello specifico, ricorda la Fondazione Veronesi, le attività più indicate per combattere la depressione sono certamente quelle aerobiche. Per i soggetti più anziani può essere efficace una camminata sostenuta di qualche decina di minuti, oppure il ballo. Molto efficaci sono anche gli sport di gruppo o di squadra.
Diabete. L’esercizio fisico è imperativo per i diabetici (di tipo 1 o 2 che siano): consente di ridurre la massa grassa, abbassare la glicemia e controllare i grassi nel sangue. Sono indicati gli sport aerobici come nuoto, walking, ginnastica dolce, yoga, ciclismo, sci di fondo, canoa e danza. Queste attività, praticate con gradualità, specie in presenza di soggetti con grave sovrappeso, permettono di allenare il cuore senza affaticarlo. Le attività da vietare? Sport da combattimento, il sollevamento pesi, le immersioni, gli sport anaerobici puri, sport aerobici di lunga durata a livello agonistico, e tutte quelle attività in cui l’ipoglicemia può mettere a rischio la vita del soggetto.
Ipertensione. Chi pratica l’esercizio fisico ha un rischio nettamente inferiore di veder salire gli indici pressori, rispetto a chi conduce una vita sedentaria. Indicati in questo caso gli sport aerobici come walking, cycling, nuoto. Sono invece sconsigliati gli sport anaerobici e il sollevamento pesi.
Osteoporosi. Ballare, praticare recupero funzionale in acqua, ginnastica dolce o aerobica, camminare in maniera sostenuta sono attività utili per il rafforzamento dell’osso, ma non solo. Se si cammina è fondamentale la cadenza del passo; non deve essere una passeggiata, ma una camminata sostenuta. E per renderla funzionale al massimo, bisognerebbe anche far oscillare le braccia, affinché anche tronco e arti superiori siano sottoposti a una giusta dose di esercizio.
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it